venerdì 4 dicembre 2015

O GORIZIA TU SEI MALEDETTA

Non esiste un autore per questa canzone, che narra il dolore e la rabbia dei soldati italiani impegnati nelle battaglie per la conquista di Gorizia durante la Prima Guerra Mondiale.
Si dice che chi veniva sorpreso a cantare questa canzone durante la guerra era accusato di disfattismo e poteva essere fucilato.

All’esaltazione nazionalistica per una tanto faticata vittoria subentrò in breve un sentimento di orrore per i tragici costi umani di quella vicenda bellica: circa 50.000 soldati e 1759 ufficiali caduti di parte italiana, 40.000 e 862 ufficiali per gli austriaci. Una carneficina, che favorì la nascita e la circolazione di un largo e condiviso stato d’animo di ripugnanza per la guerra, testimoniato da alcuni canti di protesta. Tra i più belli, diffusi e significativi dell’intero conflitto 1915 – 18 il testo della canzone, intitolata "O Gorizia, tu sei maledetta", nelle cui strofe, come osserva Sergio Boldini, apprezzato studioso della espressività popolare, si ritrovano “ la violenza, l’inutilità e il dolore della guerra, gli affetti che si perdono, la discriminazione di classe fra soldati e ufficiali, i morti che non ritornano”.

Nella letteratura sulla Grande Guerra sono pochi i giudizi favorevoli al generalissimo Luigi Cadorna, comandante supremo delle 11 Battaglie sull'Isonzo, individuato, non sempre con obiettività, come unico responsabile degli errori di conduzione del conflitto e di altri aspetti ad esso collegati ( decimazioni, sostituzione di generali poco graditi, inutili massacri).

ATTIVITA'
Come presenta il tuo libro il personaggio storico Luigi Cadorna? Quali pregi e/o difetti gli attribuisce riguardo la conduzione delle operazioni militari e le azioni di comando?

LA RIVOLUZIONE RUSSA


LA RIVOLUZIONE RUSSA
 
ATTIVITA'
Rispondi alle domande:
1) Perché lo zar Nicola II nel 1905 diventava sempre più impopolare?
2) Che cos'è la Duma di stato in Russia?

Ferrovia Transiberiana
 
3) Perché venne costruita la Ferrovia Transiberiana tra il 1891 e il 1916?

NINNA NANNA DELLA GUERRA DI TRILUSSA


Recitata da Gigi Proietti.
E' forse l'unica composizione in cui Trilussa, all'inizio della prima guerra mondiale, si allontana dal consueto stile ironico e abbastanza bonario per giungere fino ad una vera e propria invettiva. La ninna-nanna ebbe successo immediato e diventò una canzone, popolare soprattutto a Torino. Il testo, pubblicato dai giornali socialisti piemontesi durante la guerra, venne poi ripreso da L'Ordine Nuovo di Antonio Gramsci (1921), con una nota di Palmiro Togliatti che ne confermava l'ampia diffusione.

ATTIVITA'
Dalla poesia si deduce molto chiaramente la visione molto amara che Trilussa ha delle cose della politica, perché?

mercoledì 2 dicembre 2015

FUTURISMO E FUTURISTI

 

Cos'è il Futurismo

Il futurismo è il primo movimento d’avanguardia nato in Italia, destinato a rompere l’isolamento provinciale della nostra cultura e a riaprire un dialogo tra Italia e Europa.

Il Futurismo nasce ufficialmente nel 1909 con la pubblicazione del Manifesto del movimento sul giornale parigino "Figaro".

Il manifesto esprime un programma teorico, una posizione ideologica che spesso precede la pratica,  ma la prima regola applicata dai futuristi sarà l'abolizione, nell'immagine, della prospettiva tradizionale, per un moltiplicarsi di punti di vista che esprimano, con intensa emozionalità, il suo dinamico interagire con lo spazio circostante.

Le conquiste del Novecento

All'inizio del '900, tutto il mondo dell'arte e della cultura è in evoluzione, spinto dai cambiamenti politici, per le guerre e per la veloce trasformazione della società.

Il telegrafo senza fili e la radio annullano le distanze. Il dirigibile e poi l'aeroplano avvicinano i continenti.
I tubi al neon illuminano le città e le automobili aumentano ogni giorno, grazie all'invenzione della catena di montaggio.

Nel 1909 il poeta ed editore Filippo Tommaso Marinetti, incomincia a pubblicare una serie di Manifesti (notevolmente deliranti ed ai quali il Fascismo si ispirerà), che propugnano l'avvento del Futurismo in letteratura, nella pittura e nelle arti in genere, compresa l'architettura.

A Milano i pittori divisionisti Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Giacomo Balla, Gino Severini  e Luigi Russolo, firmano il Manifesto Tecnico della pittura futurista, che ne stabilisce le regole: abolizione nell'immagine della prospettiva tradizionale, a favore di una visione da più punti di vista per esprimere il dinamismo degli oggetti.

Prima Esposizione dei Futuristi

Nella primavera del 1910 Umberto Boccioni, Carlo Carrà e Luigi Russolo, espongono le prime opere futuriste a Milano, alla "Mostra d'arte libera" nella fabbrica Ricordi.

Dopo il Manifesto generale del movimento, nel 1910, uscirà un primo manifesto dei pittori futuristi.   

Il manifesto futurista del 1910 sottolinea: "Tutto si muove, tutto corre, tutto volge rapido. Una figura non è mai stabile davanti a noi, ma appare e scompare incessantemente. Per persistenza della immagine nella retina, le cose in movimento si moltiplicano, si deformano, susseguendosi, come vibrazioni, nello spazio che percorrono. Così un cavallo in corsa non ha quattro zampe, ne ha venti e i loro movimenti sono triangolari ".

Il punto più importante di questo manifesto è dunque quello di opporre all’antica pittura statica, una nuova pittura “dinamica”, capace di rendere l’idea del movimento, della velocità, di “porre lo spettatore al centro del quadro”.

La letteratura futurista
Nel 1912, sulle pagine di "Lacerba", compare il "manifesto tecnico della letteratura futurista", con cui Marinetti definisce le nuove regole del testo letterario. Egli ritiene che la sintassi e la punteggiatura vadano distrutte, facilitando la comunicazione grazie ai metodi delle "parole in libertà", componendo la frase con l'ordine secondo cui nascono le idee, e dell'immaginazione senza fili, ricercando continue analogie. Queste operazioni dovevano servire a rappresentare in maniera più efficace il turbinio della vita moderna e il reale moto dell'animo e del pensiero. I futuristi, nella stampa delle loro opere, usarono diversi tipi di inchiostro e di caratteri.
Sotto l'aspetto della poetica, il futurismo può inquadrarsi nell'ambito del Decadentismo, trovando vari punti in comune con i simbolisti francesi, come il tema dell'irrazionalismo e il culto della morte. Nel pensiero futurista sono significativi anche i debiti verso filosofi come Nietzsche, teorizzatore del superuomo cinico, audace ed artefice del proprio e dell'altrui destino, e Bergson, che vede l'universo creato da una suprema energia in perenne evoluzione.
Ma il futurismo, pur riconoscendo i meriti dell'Ottocento, si propone come unica avanguardia in grado di agire in maniera determinante sulla nazione. Infatti, molte avanguardie sorte in sua opposizione, come l'ermetismo e il dadaismo, devono molto a questo movimento soprattutto per aver compiuto un'operazione di rinnovamento necessaria per superare il pedante tradizionalismo.
 
ATTIVITA'
Rispondi alle domande:
1) Perché per i futuristi la guerra è "sola igiene del mondo"?
2) In che modo i futuristi rappresentano una rottura rispetto alla mentalità del passato?
3) Che significa il motto futurista "immaginazione senza fili"?

LE AVANGUARDIE DEL PRIMO NOVECENTO

 
La letteratura italiana della prima parte del Novecento è caratterizzata da un senso di irrequietezza che, se da una parte esprime l'insoddisfazione verso i modi espressivi tradizionali, dall'altra è anche una chiara spia del disagio degli intellettuali di fronte a scelte sociali e politiche sempre meno gratificanti.
Parallelamente agli intellettuali che esprimono la loro delusione storica riconoscendosi nei gruppi delle avanguardie, nei movimenti di scuola o nelle riviste, ci sono intellettuali che vivono quella stessa esperienza isolatamente, ai margini della grande cultura e in questo isolamento perseguono la loro ricerca ideologica ed espressiva.
Le avanguardie storiche (i vari “ismi” che emergono in Europa, dal primo decennio del Novecento fino agli anni Venti), si differenziano quindi dai movimenti tardo ottocenteschi (i simbolisti, per esempio) che si limitavano a essere momentanee aggregazioni di artisti con gusti e intenti affini, mentre le avanguardie propriamente dette elaborano poetiche, “manifesti” che pongono gli aderenti in posizione di rottura, anticipano tendenze che poi diventano comuni, spaziano anche in aree quali la filosofia, la politica, la stampa, il teatro. Gli artisti “militanti” sono impegnati a realizzare e affermare la loro poetica. I programmi e le battaglie culturali diventano perciò fenomeni da analizzare nei loro contesti, nelle loro matrici, nelle interrelazioni e nell’incidenza che hanno sulla società.
ATTIVITA' 
1) Definisci il concetto di "avanguardia"
2) Quali furono le "avanguardie artistiche" del primo Novecento? 

venerdì 20 novembre 2015

IL CALIFFATO NERO DELL'ISIS

Cos'è il califfato?Lo Stato islamico si fonda sulla costruzione di un’entità politica basata su un’interpretazione rigorista della Legge islamica, ma che forse non è mai esistita nel modo in cui la conosciamo oggi. 
Che rapporto c'è tra l'Isis e al-Quaida? - Dopo la guerra in Siria la loro alleanza si è spezzata e ora sono due entità concorrenti, che agiscono con mezzi diversi, l'uno concentrando gli sforzi su uno Stato dotato di capacità di espansione, e l'altro con operazioni terroristiche in Occidente.
 
Chi lo sostiene e chi lo contesta?Lo Stato Islamico è sostenuto da una giovane generazione di jihadisti di varia provenienza. Gli ideologi jihadisti della vecchia generazione e gli ideologi musulmani riconducibili ai Fratelli Musulmani invece lo contestano, ma nessuno si pronuncia in modo unitario.
 
Come mai molti jihadisti vengono dall'estero?Il combattente jihadista gode di un grande prestigio sia quando cade come “martire”, sia come reduce del jihad. Il reclutamento avviene tra categorie che soffrono di disagio economico o psicologico ma anche tra i fanatici della "guerra santa".
 
Conflitto religioso?Ci sono motivi politici ed economici dietro la guerra in Iraq e in Siria, ma non va comunque sottovalutato l'elemento religioso.
 
Che cosa dobbiamo imparare da queste vicende?La questione dello Stato islamico insegna che non è possibile usare i fondamentalisti islamici per ottenere risultati politici, come hanno fatto gli americani in Afghanistan e in Libia.
 
Come mai l'Occidente è lento nella risposta ai vescovi orientali?Alla crisi economica che indebolisce l'Europa si aggiunge il fatto che i cristiani non hanno un peso politico autonomo in Medio Oriente.
 
I musulmani sono tutti uguali?I musulmani che vivono in Occidente si distinguono per l’etnia o l’origine nazionale. Ma molti di loro ormai hanno perso il legame con l’Islam del Paese o della cultura di provenienza e si riconoscono più facilmente in un Islam globale.
 
 #WHYSYRIA ▶ La crisi della Siria spiegata in 10 minuti e 15 mappe
 
ATTIVITA'
Rispondi brevemente alle domande (max 5 righi per ciascuna risposta):
1) In che modo l'ISIS minaccia l'Occidente?
2) Quali scopi si è prefisso l'ISIS con i massacri di Parigi e gli attentati in più paesi?
3) Perché l'ISIS fa paura?
 

venerdì 6 novembre 2015

LA CAVALLERIA RUSTICANA

CAVALLERIA RUSTICANA (Scena finale dell'opera)

di Pietro Mascagni su libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci

Giovanni Verga

Personaggi

  • SANTUZZA (soprano) giovane contadina
  • TURIDDU (tenore) giovane contadino
  • LUCIA (contralto) madre di Turiddu
  • ALFIO (baritono) carrettiere
  • LOLA (mezzosoprano) moglie di Alfio
  •  

Introduzione

È un'opera lirica in un atto unico di Pietro Mascagni su libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci tratto dalla novella omonima di Giovanni Verga.
La prima rappresentazione fu al "Teatro Costanzi" di Roma il 17 Maggio 1890.

Trama

ATTO UNICO

L’azione i svolge nella piazza nella quale si trovano una chiesa e l’osteria di Lucia il giorno di Pasqua.
Turiddu canta una serenata a Lola, della quale è perdutamente innamorato; prima di partire per il servizio militare le ha giurato amore eterno, ma la giovane durante la sua assenza ha sposato Alfio, il carrettiere.
Turiddu per vendicarsi inizia a corteggiare Santuzza, ma dopo averla sedotta la trascura. Il giovane si aggira nei pressi della casa di Alfio che spesso assente non si accorge di nulla.
Santuzza, angosciata e preoccupata, cerca Turiddu per parlargli e chiedere spiegazione del suo comportamento; entra allora nella casa di Lucia, madre del giovane e le confida quanto sta succedendo svelandole i suoi sentimenti e la sua disperazione: oramai è disonorata ed abbandonata.
Arriva Turiddu e i due discutono animatamente finché passa Lola che si sta recando alla messa di Pasqua sola perché il marito lavora. Le due donne si scambiano battute ironiche.
Poco dopo Lola è seguita da Turiddu, insensibile all’implorazione di Santuzza che gli augura la mala Pasqua e decide, vedendolo arrivare, di rivelare quanto succede ad Alfio.
Dopo la messa la piazza torna a popolarsi. Turiddu offre agli amici nell’osteria della madre Lucia un bicchiere di vino e ne offre uno anche ad Alfio che, sdegnato, nel rifiutarlo lo abbraccia e gli morde l’orecchio sfidandolo a duello.
Turiddu, che si finge ubriaco, rivolge commosse parole di saluto alla madre a cui affida Santuzza e va ad incontrare il rivale.
Poco dopo il grido di una popolana:- Hanno ammazzato compare Turiddu!- annuncia il tragico esito del duello.

Brani celebri

  • Atto Unico
    • O Lola, Lola
    • IL cavallo scalpita, Alfio
    • Voi lo sapete, o mamma, Santuzza
    • Fior di giaggiolo, Lola
    • Intermezzo sinfonico
    • Viva il vino spumeggiante, Turiddu
    • Mamma quel vino è generoso, Turiddu
ATTIVITA'

Ascolta dal video il brano celebre:  
  • Mamma quel vino è generoso, Turiddu 
  • ed esprimi un tuo breve commento su Turiddu (personaggio).
     

    giovedì 22 ottobre 2015

    REALISMO PITTORICO: DUE PITTORI A CONFRONTO

     
    Teofilo Patini, Bestie da soma, 1886. Olio su tela, (l. cm. 416, h. cm. 244). L’Aquila – Collezioni d’Arte dell’Amministrazione provinciale.



    Scena tanto realista quanto esplicita della dura vita condotta dalle donne della seconda metà dell'Ottocento abruzzese. Viene ritratto un momento di riposo di tre donne, una delle quali in piedi in evidente stato gravidico, intente a trasportare legna raccolta quale provvista per l'inverno. Dai costumi si ipotizza l'appartenenza delle due donne, vestite allo stesso modo in marrone e verde con gli abiti da lavoro caratteristici, al paese di Rocca Pia, situato alle porte dell'attuale altopiano delle Cinquemiglia, mentre la terza ragazza in primo piano indossa un abito più elegante, abbigliamento tipico dei momenti di festa di Castel di Sangro, paese natale del Patini. L'opera si caratterizza per il forte contenuto di denuncia sociale delle condizioni di vita femminili, come del resto il titolo del dipinto descrive.

    ATTIVITA'
    Analizza e metti a confronto due dipinti appartenenti a due maestri del Realismo pittorico: Daumier e Patini
     
    "Vagone di terza classe" del francese Honoré Daumier, 1862, olio su tela, su tavola, 65x90 cm, National Gallery of Canada Ottawa.    

                               









    "Vanga e latte" del pittore italiano, napoletano, Teofilo Patini, 1884, olio su tela, 266x143 cm, Roma, Ministero.                                                  

    venerdì 16 ottobre 2015

    L'ITALIA DEL PRIMO NOVECENTO

    Alla fine dell’Ottocento la società italiana era ancora in gran parte povera e arretrata. La maggioranza della popolazione viveva nelle campagne, ed era soggetta a malattie tipiche della miseria e della malnutrizione, come la malaria nel sud e la pellagra nel Nord. Nelle città, i quartieri popolari erano flagellati dal  colera e dalla tubercolosi, a causa delle pessime condizioni igienico-sanitarie. La mortalità, soprattutto infantile, era ancora molto alta, anche se in lieve calo: negli anni ’80 dell’Ottocento il 20% dei nati moriva nel primo anno di vita, a fine secolo il 17%. Per effetto di questo lieve calo della mortalità, e di un’alta natalità (circa quattro figli per donna, in media), la popolazione cresceva a ritmi piuttosto intensi: dal 1870 al 1900, gli italiani erano passati da 28 a 34 milioni. Ma il sistema produttivo non riusciva ad assorbire questa forza-lavoro in aumento. Più della metà degli occupati lavorava in agricoltura, e le poche industrie non riuscivano ad assorbire l’eccedenza di manodopera delle campagne. Questa disoccupazione, per la verità, non era dovuta soltanto alla crescita demografica:  nel Sud dipendeva dal fatto che i proprietari lasciavano in gran parte incolte le loro immense proprietà terriere, i latifondi; nel Nord, in particolare nelle zone irrigue della pianura padana, ad alimentare la disoccupazione era, all’opposto, lo sviluppo di una moderna agricoltura capitalistica, basata sull’impiego di macchinari agricoli e sul lavoro salariato dei braccianti. L’unico sbocco per le masse rurali senza lavoro fu l’emigrazione verso l’Europa del Nord e, sempre di più, verso le Americhe. Nell’ultimo decennio dell’Ottocento partivano dall’Italia 300.000 emigranti all’anno, un numero che non aveva eguali in Europa.
    Dunque, il sistema produttivo italiano non riusciva ad assorbire tutta la popolazione lavorativa. Allo stesso modo, il sistema politico rappresentava solo una parte ristretta della società. Nel quarantennio dopo l’unità (1861), la classe dirigente liberale era stata soprattutto l’espressione dei proprietari agrari, e aveva fatto ben poco per coinvolgere politicamente le masse popolari. Per effetto del suffragio ristretto e del forte astensionismo, i votanti erano piccole minoranze: ad esempio, alle elezioni del 1900 si astenne il 42% degli aventi diritto, e votarono in tutto 1.310.000 persone. Questo favoriva il predominio dei notabili locali, i  personaggi altolocati e influenti che con le loro reti clientelari potevano facilmente controllare i pochi elettori del proprio collegio.
    I primi tentativi di costruire moderne organizzazioni politiche e sindacali, avviati dai socialisti e dai cattolici negli anni ’90 dell’Ottocento, erano stati duramente ostacolati dai provvedimenti repressivi di Francesco Crispi, e poi dalla svolta autoritaria dei governi di fine secolo.
    All’inizio del Novecento questa situazione cambiò, almeno in alcune parti del paese, per il concorso di tre principali fattori:  1) il decollo industriale;  2)   il nuovo indirizzo politico assunto dal governo di Giovanni Giolitti;  3) l’ingresso sulla scena politica e sociale di movimenti collettivi di diverso orientamento: i socialisti e i cattolici.
    ATTIVITA'
    Giovanni Giolitti è personalità complessa, su cui il giudizio dei contemporanei e degli studiosi fa registrare forti divergenze. Perché la satira coeva l'ha definito come Giano bifronte (dal nome del Dio romano dalla doppia faccia)?
     
     

    martedì 13 ottobre 2015

    COME CARATTERIZZARE UN PERSONAGGIO STORICO

    La caratterizzazione è la presentazione del personaggio, la delineazione dei tratti specifici del suo aspetto e della sua personalità.
    Caratterizzare un personaggio storico non è semplice perché non vuol dire solo presentarlo fornendone un ritratto esteriore e qualche indicazione anagrafica.
    Per caratterizzare  un personaggio storico è necessario conoscere i fatti cui il personaggio si è visto attore delle vicende e studiare le sue azioni e i comportamenti da lui assunti.
    Come fare?
    Mediante un accumulo di elementi che potranno emergere dalle vicende stesse, dal giudizio degli altri personaggi, dalle capacità osservate nei suoi comportamenti che poi sono le azioni che lo vedono protagonista dei fatti o succube degli stessi.
    La caratterizzazione di tale personaggio riguarda non solo gli aspetti fisici (la figura-il volto-l'abbigliamento) ma i comportamenti e il carattere, anche per le caratteristiche morali.
    L'aspetto psicologico si può individuare analizzando i tipi di reazioni psicologiche che emergono in una situazione specifica, dagli indizi che ne fanno emergere il carattere.
    Il personaggio va ambientato nel contesto spazio / tempo e il suo ruolo deve essere individuato con obiettività e valutato per gli aspetti positivi e/o per quelli negativi, senza pregiudizi ideologici.
    Il giudizio critico può essere personale e/o dei critici della Storia.
     
    ATTIVITA':
    Studiando la Storia vi sarete accorti che sono molti i personaggi che hanno avuto il ruolo di protagonista di fatti importanti. In questo post potrai farne la caratterizzazione seguendo le indicazioni date in questa breve lezione dall’insegnante. Fai una breve ricerca in internet, per raccogliere più informazioni sui fatti in cui si muove il personaggio prima di caratterizzarlo e analizza le sue scelte e i suoi comportamenti (max 15 righi, per ciascun personaggio).

    venerdì 2 ottobre 2015

    IL REALISMO PITTORICO

    TITOLO: L'enterrement à Ornans
    AUTORE: Gustave Coubert
    DATA: 1849
    TECNICA: Olio su tela
    DIMENSIONI: 315X668 cm
    UBICAZIONE: Musée d'ORSAY, PARIS
    La rappresentazione della società: la categoria del realismo.
    "La delusione storica della restaurazione del 1815 si accentua in seguito all'insuccesso delle rivoluzioni europee del 1830 e del 1848, con la conseguente esasperazione delle tendenze romantiche irrazionalistiche ( abbandono al sogno, il cultro dell'interiorità soggettiva ) ma anche, per contrasto, col rafforzamento di una tendenza realistica, specchio di una dialettica storica reale. Più che in Italia, ancora attardata nel compimento del movimento di liberazione nazionale, la nuova tendenza espressiva è presente nelle altre nazioni europee. Lo sviluppo della scienza e della tecnica ( la macchina a vapore ) muta l'immagine del mondo, mentre la concentrazione di masse proletarie nelle grandi città industriali pone in primo piano la questione sociale. Al culto di valori individuali e all'idealismo si sostituisce l'esigenza di affrontare gli impellenti problemi sociali." ( M.Pazzaglia, Scrittori e critici della letteratura italiana, Zanichelli ).

    Il Funerale a Ornans, del 1849-50 è un quadro spettacolare e di dimensioni enormi (misura oltre tre metri per sei e mezzo) che esposto al Salon viene giudicato molto aspramente come un omaggio alla volgarità e alla bruttezza.

     Il termine realismo è molto generico ed indica, in genere, ogni movimento artistico che sceglie la rappresentazione fedele della realtà. Il realismo francese della seconda metà dell’Ottocento non si discosta da altri tipi di correnti realiste. In questo caso la scelta ha però un preciso significato culturale e ideologico: rappresentare la vera condizione di vita delle classi lavoratrici senza nessuna trasfigurazione che mascherasse i reali problemi sociali. Protagonista principale del realismo pittorico francese fu soprattutto Gustave Courbet. La sua pittura produsse un grande impatto su quel panorama artistico francese che considerava ancora l’arte il luogo nobile di fatti epici e grandiosi. Courbet propose invece quadri i cui soggetti erano gente povera, semplice, brutta. Questa scelta di Courbet ebbe un effetto provocatorio e polemico proprio perché aveva l’obiettivo di imporre al pubblico dell’arte, fatta di grandi borghesi, la descrizione di quelle sofferenze delle classi inferiori, la cui colpa era socialmente imputabile proprio agli interessi della grande borghesia. Inutile dire che l’arte di Courbet non ricevette una accettazione entusiastica.

    ATTIVITA'
    Rispondi alle domande sia in italiano che in francese (max 5 righi per ciascuna risposta):
    1a) Perché il dipinto di G. Courbet "Il Funerale a Ornans" fece scandalo?
    1b) Pourquoi le tableau de G. Coubert "L'enterrement à Ornans" a-t-il fait scandale? 

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    SECONDA META' DELL'OTTOCENTO


    MAPPA CONCETTUALE
    LINK: Caratteri generali del:
    (IN SINTESI)
    IL POSITIVISMO
    E' una corrente di pensiero che interessò l'Europa negli anni che vanno dal 1848-1870 circa. Il Termine POSITIVISMO indica il proposito di rifiutare le tendenze astratte, metafisiche, spiritualistiche proprie del Romanticismo e di prendere invece in esame i fatti positivi concreti ed analizzarli alle luce della scienza. Il Positivismo cerca di capire il mondo partendo unicamente dalla scienza, alla quale si riconosce la capacità di giudicare gli uomini verso il  progresso e di costruire una società al più alto grado di giustizia e benessere.
    La scienza è ritenuta capace di dominare la natura per cui e considerata:
    GARANZIA INFALLIBILE DEL DESTINO DELL'UOMO. Su questa base il positivismo ritiene che:
    L'unica conoscenza che l'uomo ha di tutto il mondo è di tipo scientifico costruita attraverso l'osservazione dei fenomeni, la formulazione di ipotesi e la loro verifica sperimentale;
    La scienza deve essere assolutamente indipendente dalla religione;
    Ogni manifestazione della natura e dell'uomo sono spiegabili scientificamente;
    Per il Positivismo è possibile analizzare scientificamente la società umana come un qualsiasi organismo, scoprire la leggi che la regolano, ed è possibile anche individuare, attraverso la scienza, le cure più adatte a superare i problemi della società. Questa ideologia ottimista è legata al periodo storico nel quale le invenzioni e scoperte scientifiche si susseguirono con un ritmo sempre più rapido assicurando all'uomo il dominio sulla natura ed un continuo sviluppo economico. Proprio per questo suo ottimismo che dà alla ragione il Positivismo è avvicinabile all'Illuminismo   
    Tuttavia l'Illuminismo era stato l'arma della borghesia europea per abbattere i pregiudizi ed i privilegi e per creare una società migliore; la borghesia del secondo '800 invece non ha di fronte a sé l'assolutismo e la nobiltà ma il proletariato, a cui si vuole impedire il raggiungimento dei propri diritti. Il Positivismo non possiede più quella carica rivoluzionaria dell'Illuminismo.
    La vera grande novità del Positivismo è quella di estendere il metodo sperimentale a tutti i rami del sapere, dalla filosofia alla storia, dall'arte alla letteratura e, addirittura, alla realtà umana perché si riteneva che anch'essa fosse retta, come la realtà fisica, da leggi naturali.
    Il Positivismo nacque in Francia nell'ambiente del politecnico e l'iniziatore della dottrina fu: AUGUSTO COMTE, che fu anche il fondatore della Sociologia, disciplina che studia in modo scientifico la società umana, come se fosse un organismo naturale. Il metodo scientifico applicate anche con rigore nell'antropologia, portò l'Inglese DARWIN a formulare LA TEORIA DELL'EVOLUZIONISMO E DELLE SUE LEGGI, cioè l'adattamento all'ambiente e la selezione naturale. Darwin quindi studiò l'uomo non più come entità spirituale ma come ultimo anello della catene naturale. Questa teoria fu osteggiata dalla chiesa che invece sosteneva il CREAZIONISMO FISSISTA.
    Importante fu anche il critico letterario storico IPPOLITO TAINE che vedeva negli uomini solo un prodotto di fattori ereditari dell'ambiente; egli inoltre riteneva applicabile il metodo scientifico anche all'arte contribuendo alla nascita del NATURALISMO FRANCESE. Il Positivismo portò ad un cambiamento anche la letteratura sottolineando l'esigenza di un'arte ispirata al vero, lucida oggettiva che ritraesse anche gli aspetti negativi della società.
     
    NATURALISMO
    (ASPETTO LETTERARIO DE POSITIVISMO)
    E' una corrente letteraria che nacque in FRANCIA nella seconda metà del 1800; il termine "naturalismo" sta a sottolineare che, in questo periodo  dominato dal Positivismo, anche anche l'arte viene considerata una disciplina naturale alla quale si può applicare il metodo scientifico. Il Naturalismo può essere considerato l'aspetto letterario del Positivismo da cui eredita:
    L'ATTENZIONE PER LA REALTA'
    L'USO DEL METODO SCIENTIFICO
    LA FIDUCIA NEL PROGRESSO
    E' una letteratura quindi che si accosta alle realtà, la indaga con il metodo scientifico, facendo particolare attenzione agli aspetti sociali ed economici delle classi più umili appunto perché in queste sono più evidenti i fattori che condizionano la vita dell'uomo (ambiente ed ereditarietà).
    Anche lo stile si adegua a questo nuovo contenuto, si adopera infatti un linguaggio semplice antiletterario PERFETTAMENTE ADERENTE ALL'AMBIENTE ED AI PERSONAGGI utilizzando, se necessario, anche il dialetto ed il gergo. Il Naturalismo condivide con il Poositivismo l'attenzione e la fiducia nel progresso  per cui gli scrittori francesi, pur scrivendo le tristi condizioni di vita  degli umili e mettendo in evidenza  gli aspetti negativi della società, erano convinti che la loro denuncia potesse servire a migliorare la realtà malsana. I canoni fondamentali di questa letteratura sono tre:
    OGGETTIVITA': Lo scrittore deve partire da fatti realmente accaduti e ricostruirli secondo la relazione  Causa-Effetto;
    IMPERSONALITA': Lo scrittore non deve imporre le sue idee, i sui sentimenti, i sui giudizi, non deve parteggiare per i sui personaggi, deve invece esporre i fatti in modo freddo  e distaccato come un fotografo;
    SCIENTIFICITA': Lo scrittore deve tener conto delle leggi scientifiche che regolano la società; tutte le azioni umane devono essere lette alla luce dell'ambiente e dell'ereditarietà.
    Tra i teorici del Naturalismo troviamo HONORE’ DE BALZAC, il quale espresse l’idea che lo scrittore deve essere solamente il regista del bene e del male. Egli afferma che la società umana assomiglia alla natura : “ La società fa degli uomini, a seconda dell’ambiente in cui si svolge la vita, tante specie diverse quanti sono gli animali nella zoologia”. Balzac  scrisse la "commedia umana" una raccolta di 91 romanzi nei quali vengono descritti uomini appartenenti a diverse estrazioni sociali.
     
     VERISMO
    Il Positivismo ed il Naturalismo fecero sentire la loro influenza anche in Italia dove nacque li VERISMO che è un adattamento del NATURALISMO alla realtà italiana, realtà molto diversa da quella Francese. Infatti nella seconda metà del 1800, mentre la Francia dominata da una borghesia fortemente instaurata al potere, era ormai avviata sulla strada del progresso, l'Italia era un paese essenzialmente agricolo e molto povero. La recente unificazione nazionale del 1861,  aveva fatto emergere gravi problemi economici e sociali e soprattutto aveva evidenziato il profondo divario esistente tra il NORD e il SUD.
    Pertanto, la 1° caratteristica del Verismo Italiano fu il suo REGIONALISMO; mancando infatti un'unità sociale e morale. Nacquero tanti " verismi " che trassero spunto dal vario mosaico italiano.
     
    I Veristi italiani, che ebbero come teorico LUIGI CAPUANA, rispettavano come i Naturalisti francesi la verità dei fatti senza sovrapporre ad essi i propri giudizi, anche se in genere si astennero dall'analisi dei fenomeni patologici  e dall'eccessiva freddezza scientifica utilizzata dai Francesi. Il Verismo non si sofferma  come aveva fatto il Naturalismo sui guai  e sui vizi dei grandi centri urbani, ma volge soprattutto il suo interesse per gli emarginati delle campagne, ai poveri pescatori delle coste ed in genere alle plebi meridionali, perché proprio al Sud erano evidenti i danni dell'errata politica del nuovo regno d' Italia (tasse obbligatorie; servizio di leva obbligatorio, mercato unico interno), inoltre, diversamente dal Naturalismo francese che aveva una carica ottimistica, il Verismo  ha rappresentanti ESSENZIALMENTE PESSIMISTI. Se infatti gli scrittori francesi pensavano di poter contribuire, attraverso la loro denuncia, ai problemi che travagliavano la società, i veristi, pur proponendosi di fare opera di denuncia, sono convinti che la loro miseria ed emarginazione delle classi sociali più povere sono una realtà inevitabile e difficilmente sanabile, considerando quello che era la realtà politica e sociale dell'Italia appena unita.
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    ATTIVITA'
    Rispondi alle domande:
    1) Che cosa s'intende per "Realismo pittorico"?
    2) Quali sono i temi trattati dai pittori realisti?
    3) Gustave Courbet, pittore francese realista e disegnatore, affermava: "un oggetto astratto, invisibile, che non esiste, è estraneo all'ambito della pittura". Che voleva dire con questa frase, secondo te?