venerdì 4 dicembre 2015

NINNA NANNA DELLA GUERRA DI TRILUSSA


Recitata da Gigi Proietti.
E' forse l'unica composizione in cui Trilussa, all'inizio della prima guerra mondiale, si allontana dal consueto stile ironico e abbastanza bonario per giungere fino ad una vera e propria invettiva. La ninna-nanna ebbe successo immediato e diventò una canzone, popolare soprattutto a Torino. Il testo, pubblicato dai giornali socialisti piemontesi durante la guerra, venne poi ripreso da L'Ordine Nuovo di Antonio Gramsci (1921), con una nota di Palmiro Togliatti che ne confermava l'ampia diffusione.

ATTIVITA'
Dalla poesia si deduce molto chiaramente la visione molto amara che Trilussa ha delle cose della politica, perché?

2 commenti:

  1. Con un linguaggio arguto, appena increspato dal dialetto borghese, Trilussa ha commentato circa cinquant'anni di cronaca romana e italiana, dall'età giolittiana agli anni del fascismo e a quelli del dopoguerra. La corruzione dei politici, il fanatismo dei gerarchi, gli intrallazzi dei potenti sono alcuni dei suoi bersagli preferiti. Ma la satira politica e sociale, condotta d'altronde con un certo scetticismo qualunquistico, non è l'unico motivo ispiratore della visione amara di Trilussa: frequenti sono i momenti di crepuscolare malinconia, la riflessione sconsolata, qua e là corretta dai guizzi dell'ironia, sugli amori che appassiscono, sulla solitudine che rende amara e vuota la vecc

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    1. La poesia di Trilussa è una delle più originali che possiamo avere nella nostra antologia, in primo piano questa poesia tratta della Prima Guerra Mondiale, mettendo in evidenza con la sua amara ironia l'orrore e la pazzia dei potenti che dichiarano le guerre. La satira di Trilussa va contro la politica, proprio perché è proprio dall'arroganza dei potenti capi di Stato (i sovrani di quel tempo) che scaturiscono le guerre. Ai sovrani "macellai" che stavano al potere non interessavano le perdite di vite umane! Come un moderno Esopo, la sua arguzia, la sua ironia, la sua popolaresca sincerità, corrispondevano agli umori profondi del senso comune romano e nazionale: alla sua vena moraleggiante e priva di particolari audacie ideologiche attingevano a piene mani comici, intrattenitori, artisti di varietà da Ettore Petrolini a Nicola Maldacea. Insomma, Trilussa apprezzato cantore di un buon senso vernacolo lontano da ogni sdegno e furore, faceva opinione. E a lui si deve una poco nota ma durissima testimonianza contro la guerra.

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Prof.ssa Angelica Piscitello