mercoledì 2 dicembre 2015

FUTURISMO E FUTURISTI

 

Cos'è il Futurismo

Il futurismo è il primo movimento d’avanguardia nato in Italia, destinato a rompere l’isolamento provinciale della nostra cultura e a riaprire un dialogo tra Italia e Europa.

Il Futurismo nasce ufficialmente nel 1909 con la pubblicazione del Manifesto del movimento sul giornale parigino "Figaro".

Il manifesto esprime un programma teorico, una posizione ideologica che spesso precede la pratica,  ma la prima regola applicata dai futuristi sarà l'abolizione, nell'immagine, della prospettiva tradizionale, per un moltiplicarsi di punti di vista che esprimano, con intensa emozionalità, il suo dinamico interagire con lo spazio circostante.

Le conquiste del Novecento

All'inizio del '900, tutto il mondo dell'arte e della cultura è in evoluzione, spinto dai cambiamenti politici, per le guerre e per la veloce trasformazione della società.

Il telegrafo senza fili e la radio annullano le distanze. Il dirigibile e poi l'aeroplano avvicinano i continenti.
I tubi al neon illuminano le città e le automobili aumentano ogni giorno, grazie all'invenzione della catena di montaggio.

Nel 1909 il poeta ed editore Filippo Tommaso Marinetti, incomincia a pubblicare una serie di Manifesti (notevolmente deliranti ed ai quali il Fascismo si ispirerà), che propugnano l'avvento del Futurismo in letteratura, nella pittura e nelle arti in genere, compresa l'architettura.

A Milano i pittori divisionisti Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Giacomo Balla, Gino Severini  e Luigi Russolo, firmano il Manifesto Tecnico della pittura futurista, che ne stabilisce le regole: abolizione nell'immagine della prospettiva tradizionale, a favore di una visione da più punti di vista per esprimere il dinamismo degli oggetti.

Prima Esposizione dei Futuristi

Nella primavera del 1910 Umberto Boccioni, Carlo Carrà e Luigi Russolo, espongono le prime opere futuriste a Milano, alla "Mostra d'arte libera" nella fabbrica Ricordi.

Dopo il Manifesto generale del movimento, nel 1910, uscirà un primo manifesto dei pittori futuristi.   

Il manifesto futurista del 1910 sottolinea: "Tutto si muove, tutto corre, tutto volge rapido. Una figura non è mai stabile davanti a noi, ma appare e scompare incessantemente. Per persistenza della immagine nella retina, le cose in movimento si moltiplicano, si deformano, susseguendosi, come vibrazioni, nello spazio che percorrono. Così un cavallo in corsa non ha quattro zampe, ne ha venti e i loro movimenti sono triangolari ".

Il punto più importante di questo manifesto è dunque quello di opporre all’antica pittura statica, una nuova pittura “dinamica”, capace di rendere l’idea del movimento, della velocità, di “porre lo spettatore al centro del quadro”.

La letteratura futurista
Nel 1912, sulle pagine di "Lacerba", compare il "manifesto tecnico della letteratura futurista", con cui Marinetti definisce le nuove regole del testo letterario. Egli ritiene che la sintassi e la punteggiatura vadano distrutte, facilitando la comunicazione grazie ai metodi delle "parole in libertà", componendo la frase con l'ordine secondo cui nascono le idee, e dell'immaginazione senza fili, ricercando continue analogie. Queste operazioni dovevano servire a rappresentare in maniera più efficace il turbinio della vita moderna e il reale moto dell'animo e del pensiero. I futuristi, nella stampa delle loro opere, usarono diversi tipi di inchiostro e di caratteri.
Sotto l'aspetto della poetica, il futurismo può inquadrarsi nell'ambito del Decadentismo, trovando vari punti in comune con i simbolisti francesi, come il tema dell'irrazionalismo e il culto della morte. Nel pensiero futurista sono significativi anche i debiti verso filosofi come Nietzsche, teorizzatore del superuomo cinico, audace ed artefice del proprio e dell'altrui destino, e Bergson, che vede l'universo creato da una suprema energia in perenne evoluzione.
Ma il futurismo, pur riconoscendo i meriti dell'Ottocento, si propone come unica avanguardia in grado di agire in maniera determinante sulla nazione. Infatti, molte avanguardie sorte in sua opposizione, come l'ermetismo e il dadaismo, devono molto a questo movimento soprattutto per aver compiuto un'operazione di rinnovamento necessaria per superare il pedante tradizionalismo.
 
ATTIVITA'
Rispondi alle domande:
1) Perché per i futuristi la guerra è "sola igiene del mondo"?
2) In che modo i futuristi rappresentano una rottura rispetto alla mentalità del passato?
3) Che significa il motto futurista "immaginazione senza fili"?

2 commenti:

  1. 1) Per i Futuristi la guerra è un esempio di vis efferata e brutale, che, nello specifico, veicola un’esortazione a prendere le armi e lanciare strali contro i nemici del rinnovamento, contro gli assetti costituiti, contro le pacificazioni di comodo. La guerra viene vista quindi come la sede privilegiata da cui far spirare una ventata di radicale rinnovamento dell’umanità e costituisce il terreno fertile per far nascere un uomo nuovo, pur a prezzo di un gran numero di vite umane immolate in sacrificio di questo ideale palingenetico.
    2) Il futurismo è un’Avanguardia storica di matrice totalmente italiana. Nato nel 1909, grazie al poeta e scrittore Filippo Tommaso Marinetti, il futurismo divenne in breve tempo il movimento artistico di maggior novità nel panorama culturale italiano. Si rivolgeva a tutte le arti, comprendendo sia poeti che pittori, scultori, musicisti, e così via, proponendo in sostanza un nuovo atteggiamento nei confronti del concetto stesso di arte.
    3) Con l’espressione “immaginazione sena fili”, i Futuristi intendevano la libertà assoluta delle immagini o analogie, espresse con parole slegate e senza fili conduttori sintattici e senza alcuna punteggiatura. L'immaginazione senza fili e le “parole in libertà” per i Futuristi introducevano all'essenza della materia.

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  2. 1) Per i Futuristi la guerra è "sola igiene del mondo" perché per loro la guerra è la sintesi culminante e perfetta del progresso. La Guerra è un'imposizione fulminea di coraggio, di energia e d'intelligenza. La Guerra avrebbe ringiovanito l'Italia, l'avrebbe arricchita d'uomini d'azione, l'avrebbe costretta a vivere non più del passato, delle rovine e del dolce clima, ma delle proprie forze nazionali.
    2) Con le “Avanguardie storiche” si proclamava una netta e violenta rottura degli intellettuali con il passato. Esse si opponevano alla mercificazione e riduzione dell’arte a dettami fissi e stereotipati: non volevano creare prodotti seriali svuotati della loro vitalità e respingevano l’asservimento ad una industria culturale che degradava, livellava e appiattiva. I poeti e artisti non accettano di essere operai, ma si ergevano a veri e propri intellettuali dotati di unicità. Il loro rifiuto estremo e violento per i codici culturali correnti li spingeva a sperimentare linguaggi mai usati, abitudini per tutti incomprensibili e stravaganze, spesso in forme scandalose, feroci e sconcertanti.
    3) Per immaginazione senza fili s’ intende la libertà assoluta delle immagini o analogie, espresse con parole slegate e senza fili conduttori sintattici e senza alcuna punteggiatura. L'immaginazione senza fili e le parole in libertà introduceva i futuristi nell'essenza della materia. Con lo scoprire nuove analogie tra cose lontane e apparentemente opposte.

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Prof.ssa Angelica Piscitello