venerdì 4 dicembre 2015

O GORIZIA TU SEI MALEDETTA

Non esiste un autore per questa canzone, che narra il dolore e la rabbia dei soldati italiani impegnati nelle battaglie per la conquista di Gorizia durante la Prima Guerra Mondiale.
Si dice che chi veniva sorpreso a cantare questa canzone durante la guerra era accusato di disfattismo e poteva essere fucilato.

All’esaltazione nazionalistica per una tanto faticata vittoria subentrò in breve un sentimento di orrore per i tragici costi umani di quella vicenda bellica: circa 50.000 soldati e 1759 ufficiali caduti di parte italiana, 40.000 e 862 ufficiali per gli austriaci. Una carneficina, che favorì la nascita e la circolazione di un largo e condiviso stato d’animo di ripugnanza per la guerra, testimoniato da alcuni canti di protesta. Tra i più belli, diffusi e significativi dell’intero conflitto 1915 – 18 il testo della canzone, intitolata "O Gorizia, tu sei maledetta", nelle cui strofe, come osserva Sergio Boldini, apprezzato studioso della espressività popolare, si ritrovano “ la violenza, l’inutilità e il dolore della guerra, gli affetti che si perdono, la discriminazione di classe fra soldati e ufficiali, i morti che non ritornano”.

Nella letteratura sulla Grande Guerra sono pochi i giudizi favorevoli al generalissimo Luigi Cadorna, comandante supremo delle 11 Battaglie sull'Isonzo, individuato, non sempre con obiettività, come unico responsabile degli errori di conduzione del conflitto e di altri aspetti ad esso collegati ( decimazioni, sostituzione di generali poco graditi, inutili massacri).

ATTIVITA'
Come presenta il tuo libro il personaggio storico Luigi Cadorna? Quali pregi e/o difetti gli attribuisce riguardo la conduzione delle operazioni militari e le azioni di comando?

1 commento:

  1. La figura del generale Luigi Cadorna rimane legata alla condotta italiana nei primi due anni di guerra, fino alla rotta di Caporetto di cui fu considerato, nella posizione di Capo di Stato maggiore, il primo responsabile per non avere valutato l’entità della manovra austro-tedesca.
    Comandante dallo scarso senso tattico, fin dai primi giorni dell’ impiego bellico italiano Cadorna si dimostrò poco flessibile nel gestire un fronte esteso dallo Stelvio al Carso e nella pianura friulana. Proprio all’inizio delle ostilità, invece di giocare la carta della celerità e della sorpresa si mosse con esasperante lentezza, forse attendendo una qualche evoluzione diplomatica del conflitto, per posticipare gli scontri solo a giugno dando agli austriaci tutto il tempo di organizzarsi e di aspettare gli italiani da posizioni di vantaggio. Un vantaggio che costò agli Italiani la perdita di non meno di 11mila uomini tra morti e feriti, solo nella prima fase di ostilità.

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Prof.ssa Angelica Piscitello