venerdì 2 ottobre 2015

SECONDA META' DELL'OTTOCENTO


MAPPA CONCETTUALE
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(IN SINTESI)
IL POSITIVISMO
E' una corrente di pensiero che interessò l'Europa negli anni che vanno dal 1848-1870 circa. Il Termine POSITIVISMO indica il proposito di rifiutare le tendenze astratte, metafisiche, spiritualistiche proprie del Romanticismo e di prendere invece in esame i fatti positivi concreti ed analizzarli alle luce della scienza. Il Positivismo cerca di capire il mondo partendo unicamente dalla scienza, alla quale si riconosce la capacità di giudicare gli uomini verso il  progresso e di costruire una società al più alto grado di giustizia e benessere.
La scienza è ritenuta capace di dominare la natura per cui e considerata:
GARANZIA INFALLIBILE DEL DESTINO DELL'UOMO. Su questa base il positivismo ritiene che:
L'unica conoscenza che l'uomo ha di tutto il mondo è di tipo scientifico costruita attraverso l'osservazione dei fenomeni, la formulazione di ipotesi e la loro verifica sperimentale;
La scienza deve essere assolutamente indipendente dalla religione;
Ogni manifestazione della natura e dell'uomo sono spiegabili scientificamente;
Per il Positivismo è possibile analizzare scientificamente la società umana come un qualsiasi organismo, scoprire la leggi che la regolano, ed è possibile anche individuare, attraverso la scienza, le cure più adatte a superare i problemi della società. Questa ideologia ottimista è legata al periodo storico nel quale le invenzioni e scoperte scientifiche si susseguirono con un ritmo sempre più rapido assicurando all'uomo il dominio sulla natura ed un continuo sviluppo economico. Proprio per questo suo ottimismo che dà alla ragione il Positivismo è avvicinabile all'Illuminismo   
Tuttavia l'Illuminismo era stato l'arma della borghesia europea per abbattere i pregiudizi ed i privilegi e per creare una società migliore; la borghesia del secondo '800 invece non ha di fronte a sé l'assolutismo e la nobiltà ma il proletariato, a cui si vuole impedire il raggiungimento dei propri diritti. Il Positivismo non possiede più quella carica rivoluzionaria dell'Illuminismo.
La vera grande novità del Positivismo è quella di estendere il metodo sperimentale a tutti i rami del sapere, dalla filosofia alla storia, dall'arte alla letteratura e, addirittura, alla realtà umana perché si riteneva che anch'essa fosse retta, come la realtà fisica, da leggi naturali.
Il Positivismo nacque in Francia nell'ambiente del politecnico e l'iniziatore della dottrina fu: AUGUSTO COMTE, che fu anche il fondatore della Sociologia, disciplina che studia in modo scientifico la società umana, come se fosse un organismo naturale. Il metodo scientifico applicate anche con rigore nell'antropologia, portò l'Inglese DARWIN a formulare LA TEORIA DELL'EVOLUZIONISMO E DELLE SUE LEGGI, cioè l'adattamento all'ambiente e la selezione naturale. Darwin quindi studiò l'uomo non più come entità spirituale ma come ultimo anello della catene naturale. Questa teoria fu osteggiata dalla chiesa che invece sosteneva il CREAZIONISMO FISSISTA.
Importante fu anche il critico letterario storico IPPOLITO TAINE che vedeva negli uomini solo un prodotto di fattori ereditari dell'ambiente; egli inoltre riteneva applicabile il metodo scientifico anche all'arte contribuendo alla nascita del NATURALISMO FRANCESE. Il Positivismo portò ad un cambiamento anche la letteratura sottolineando l'esigenza di un'arte ispirata al vero, lucida oggettiva che ritraesse anche gli aspetti negativi della società.
 
NATURALISMO
(ASPETTO LETTERARIO DE POSITIVISMO)
E' una corrente letteraria che nacque in FRANCIA nella seconda metà del 1800; il termine "naturalismo" sta a sottolineare che, in questo periodo  dominato dal Positivismo, anche anche l'arte viene considerata una disciplina naturale alla quale si può applicare il metodo scientifico. Il Naturalismo può essere considerato l'aspetto letterario del Positivismo da cui eredita:
L'ATTENZIONE PER LA REALTA'
L'USO DEL METODO SCIENTIFICO
LA FIDUCIA NEL PROGRESSO
E' una letteratura quindi che si accosta alle realtà, la indaga con il metodo scientifico, facendo particolare attenzione agli aspetti sociali ed economici delle classi più umili appunto perché in queste sono più evidenti i fattori che condizionano la vita dell'uomo (ambiente ed ereditarietà).
Anche lo stile si adegua a questo nuovo contenuto, si adopera infatti un linguaggio semplice antiletterario PERFETTAMENTE ADERENTE ALL'AMBIENTE ED AI PERSONAGGI utilizzando, se necessario, anche il dialetto ed il gergo. Il Naturalismo condivide con il Poositivismo l'attenzione e la fiducia nel progresso  per cui gli scrittori francesi, pur scrivendo le tristi condizioni di vita  degli umili e mettendo in evidenza  gli aspetti negativi della società, erano convinti che la loro denuncia potesse servire a migliorare la realtà malsana. I canoni fondamentali di questa letteratura sono tre:
OGGETTIVITA': Lo scrittore deve partire da fatti realmente accaduti e ricostruirli secondo la relazione  Causa-Effetto;
IMPERSONALITA': Lo scrittore non deve imporre le sue idee, i sui sentimenti, i sui giudizi, non deve parteggiare per i sui personaggi, deve invece esporre i fatti in modo freddo  e distaccato come un fotografo;
SCIENTIFICITA': Lo scrittore deve tener conto delle leggi scientifiche che regolano la società; tutte le azioni umane devono essere lette alla luce dell'ambiente e dell'ereditarietà.
Tra i teorici del Naturalismo troviamo HONORE’ DE BALZAC, il quale espresse l’idea che lo scrittore deve essere solamente il regista del bene e del male. Egli afferma che la società umana assomiglia alla natura : “ La società fa degli uomini, a seconda dell’ambiente in cui si svolge la vita, tante specie diverse quanti sono gli animali nella zoologia”. Balzac  scrisse la "commedia umana" una raccolta di 91 romanzi nei quali vengono descritti uomini appartenenti a diverse estrazioni sociali.
 
 VERISMO
Il Positivismo ed il Naturalismo fecero sentire la loro influenza anche in Italia dove nacque li VERISMO che è un adattamento del NATURALISMO alla realtà italiana, realtà molto diversa da quella Francese. Infatti nella seconda metà del 1800, mentre la Francia dominata da una borghesia fortemente instaurata al potere, era ormai avviata sulla strada del progresso, l'Italia era un paese essenzialmente agricolo e molto povero. La recente unificazione nazionale del 1861,  aveva fatto emergere gravi problemi economici e sociali e soprattutto aveva evidenziato il profondo divario esistente tra il NORD e il SUD.
Pertanto, la 1° caratteristica del Verismo Italiano fu il suo REGIONALISMO; mancando infatti un'unità sociale e morale. Nacquero tanti " verismi " che trassero spunto dal vario mosaico italiano.
 
I Veristi italiani, che ebbero come teorico LUIGI CAPUANA, rispettavano come i Naturalisti francesi la verità dei fatti senza sovrapporre ad essi i propri giudizi, anche se in genere si astennero dall'analisi dei fenomeni patologici  e dall'eccessiva freddezza scientifica utilizzata dai Francesi. Il Verismo non si sofferma  come aveva fatto il Naturalismo sui guai  e sui vizi dei grandi centri urbani, ma volge soprattutto il suo interesse per gli emarginati delle campagne, ai poveri pescatori delle coste ed in genere alle plebi meridionali, perché proprio al Sud erano evidenti i danni dell'errata politica del nuovo regno d' Italia (tasse obbligatorie; servizio di leva obbligatorio, mercato unico interno), inoltre, diversamente dal Naturalismo francese che aveva una carica ottimistica, il Verismo  ha rappresentanti ESSENZIALMENTE PESSIMISTI. Se infatti gli scrittori francesi pensavano di poter contribuire, attraverso la loro denuncia, ai problemi che travagliavano la società, i veristi, pur proponendosi di fare opera di denuncia, sono convinti che la loro miseria ed emarginazione delle classi sociali più povere sono una realtà inevitabile e difficilmente sanabile, considerando quello che era la realtà politica e sociale dell'Italia appena unita.
LINK DI APPROFONDIMENTO:
 

ATTIVITA'
Rispondi alle domande:
1) Che cosa s'intende per "Realismo pittorico"?
2) Quali sono i temi trattati dai pittori realisti?
3) Gustave Courbet, pittore francese realista e disegnatore, affermava: "un oggetto astratto, invisibile, che non esiste, è estraneo all'ambito della pittura". Che voleva dire con questa frase, secondo te?
  

9 commenti:

  1. 1. Il Realismo è una nuova filosofia che si oppone all'idealismo romantico. Essa nacque nella seconda metà dell’Ottocento e interessa sia l'arte che la letteratura. Per il Realismo era molto importante l’arte perché descriveva gli oggetti in modo così perfetti tanto da far pensare agli osservatori di trovarsi di fronte alla realtà.
    2. I temi trattati dai pittori realistici sono quelli della vita quotidiana, infatti, essi misero da parte il sentimento e l'ideale, per parlare e mettere in evidenza la vita reale.

    3. Secondo me, Coubert, esprime il messaggio che dipingere qualcosa di vero e concreto è bello e positivo.

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  2. 1) Per realismo pittorico s’intende una corrente che ha come obiettivo la rappresentazione della realtà, indagandola nella sua normalità, fino agli aspetti più banali e drammatici.
    2) Uno dei temi principali trattati dai pittori realisti è il paesaggio ma, con il tempo, la loro concentrazione artistica si allargò a tutti gli ambiti della vita.
    3)Secondo me, il pittore Coubert, con questa frase, invita a dare valore solo alle espressioni pittoriche concrete, che riguardano la realtà, quindi è contro l'astrattismo.

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  3. 1) Il realismo pittorico non si riferisce unicamente allo stile ma anche al soggetto da ritrarre. Il Realismo è una corrente artistica sviluppatasi in Francia negli anni Quaranta del XIX secolo e che vede in Gustave Courbet il suo principale esponente; essa trova le sue radici nel Positivismo, un pensiero filosofico che studia la realtà in modo scientifico.
    2) Il tema preferito degli artisti del realismo è il paesaggio ma, con il tempo, la loro concentrazione artistica si allarga a tutti gli ambiti della realtà. Il Realismo si lascia alle spalle l'idea neoclassica che un soggetto "importante" rende un'opera "importante", i pittori realisti dipingono scene di lavoro e immagini della vita di tutti i giorni, in contrasto con l'idea accademica che riteneva questi soggetti poco dignitosi.
    3) Con questa frase Coubert vuole dire che la pittura è un’arte essenzialmente concreta e può coesistere solo nella rappresentazione delle cose reali ed esistenti.

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  4. 1) Per “Realismo pittorico” s’intende un riferimento preciso dell’arte alla realtà concreta e visibile nel mondo. E’ una risposta alla necessità di "vero" e "quotidiano", contro l’idealismo romantico.
    2) I temi trattati dai pittori realisti sono scene di vita quotidiana, rappresentanti la cruda verità della natura.
    3) Secondo me, con questa frase, Coubert , dà le indicazioni sulla nuova arte che può essere pulita, volgare, sporca, perché reale. Coubert rifiuta le tematiche mitologiche e fantastiche di storia passata.

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  5. 1) In ambito artistico, il termine "realista", utilizzato per descrivere un'opera d'arte, ha indicato spesso la rappresentazione di oggetti o figure così fedele da poter anche risultare "sgradevole", specie se contrapposta a canoni di bellezza classica. Frequentemente utilizzato per descrivere scene di vita umile, il termine può anche implicare una critica delle condizioni sociali, presente del resto negli intenti del movimento che, in contrasto con la pittura idealista, esordì all'Esposizione di Parigi del 1855. Tra i suoi promotori furono i pittori francesi Gustave Courbet..

    2) Il tema preferito dell’arte realista è il paesaggio, ma con il tempo la loro concentrazione artistica si allarga a tutti gli ambiti della vita. Lascia alle spalle l'idea neoclassica che un soggetto "importante" rende un'opera "importante", Nelle loro opere cose e persone non sono abbellite, i personaggi non sono caricati nella mimica e neppure negli atteggiamenti, il colore è denso, i contrasti di luce e di ombra decisi.



    3) La pittura di Courbet è innovativa e addirittura rivoluzionaria non solo per il tema che sceglie - che è quello della vita vera - ma per come lo realizza: la sua democrazia pittorica non è solamente nella scelta non discriminatoria e non convenzionale dei temi da rappresentare ma soprattutto nel "come" questi soggetti-non soggetti vengono rappresentati. Caratteristiche della sua pittura realista saranno la scomparsa del disegno, che non c'è in natura, l'uso del colore a macchia, il disinteresse per la composizione tradizionale nonché l'abolizione della scala gerarchica dei soggetti: tutto può e deve essere rappresentato anche le cose brutte e monotone come il lavoro (Le contadine che vagliano il grano) o private come il dolore o la sofferenza (Il funerale ad Ornans dipinto come un quadro di storia) o banali (Dopocena a Ornans che apre la strada agli impressionisti e a Cézanne).

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  6. 1) Per Realismo si intende quell’intento dell'artista di riprodurre la realtà così com'è, o meglio, come a lui appare. Compito dell’artista è imitarla e riprodurla il più fedelmente possibile. Il termine “realismo pittorico” indica un riferimento preciso dell’arte alla realtà concreta e visibile del mondo. Il termine viene usato per indicare un movimento dell'Ottocento che si contrappone alla Pittura Romantica ed alla Pittura idealista.

    2) Per quanto riguarda le tematiche, i temi raffigurati dai pittori realisti sono sempre attinenti alla realtà e al normale scorrere della vita.

    3) Courbet afferma ciò perché non dà valore al pittore che dipinge soggetti astratti e invisibili e chi dipinge l’invisibile, secondo lui, è ben lontano dall’essere un artista. La pittura deve trattare temi attinenti alla realtà della vita quotidiana.

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  7. 1) Il Realismo intende rappresentare la realtà così come è attribuendo all’arte un contenuto sociale. Infatti per i pittori che appartengono al movimento realista l’arte non deve rappresentare sentimenti, impressioni o idee personali come avveniva per l’arte romantica, ma deve avere una spiccata finalità sociale, traendo i propri soggetti dalla realtà quotidiana specie da quella più umile e misera, così come anche dalla realtà delle nuove classi sociali quelle degli operai o dei contadini che per la prima volta iniziavano ad essere rappresentati in dipinti e opere d’arte.

    2) Con Courbet per la prima volta i personaggi umili ed anonimi vengono scelti come protagonisti di quadri di dimensioni monumentali. Courbet rifiuta ogni tipo di idealizzazione e rappresenta la realtà per quella che è, cioè brutta, cruda, lontano dalle regole imposte dalla tradizione e dagli ambienti ufficiali. I pittori realisti dipingono scene di lavoro e immagini della vita di tutti i giorni, in contrasto con l'idea accademica che riteneva questi soggetti poco dignitosi.
    3) Gustave Courbet proclama che la pittura può solo basarsi nella raffigurazione di oggetti visibili e tangibili e non su soggetti irreali, astratti.

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  8. 1) Il Realismo indica un riferimento preciso dell’arte alla realtà concreta e visibile del mondo. Parlando d'Arte, Realismo, è il termine usato per indicare un movimento dell'Ottocento che si contrappone alla Pittura Romantica ed alla Pittura idealista.
    2) Il Realismo Pittorico si riferisce allo stile, ma anche al soggetto da ritrarre. Il Realismo tentava di cogliere la realtà sociale; si voleva rappresentare una realtà cruda e nuda con meno allegorie e più attenzione verso i dati di fatto.
    3) Secondo me, Coubert, invitava i pittori realisti a non idealizzare i soggetti trattati nell’opera d’arte, ma rappresentarla fedelmente, come nella realtà.

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  9. 1) I pittori realisti del secondo Ottocento scelgono di trattare temi e soggetti della realtà quotidiana, astenendosi da ogni sentimentalismo.

    2) La produzione artistica di questo periodo è caratterizzata dalla focalizzazione dell'impegno dei pittori realisti, scelta dei temi e dei soggetti da trattare che vengono ricercati nella realtà del proprio tempo: il tema del lavoro è uno dei maggiormente trattati, ma non solo più il lavoro nei campi, ma anche quello svolto nelle fabbriche. A fianco della realtà del mondo produttivo viene trattato anche quello dell'evasione e del tempo libero: troviamo delle rappresentazioni di pic-nic, vedute di spiagge affollate dove la gente si rifugia nei momenti di libertà come reazione al grigiore della città.

    3)Secondo me, Coubert voleva proclamare che la pittura può solo basarsi nella raffigurazione di oggetti della realtà visibile e tangibile.

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Poiché ho creato questo BLOG per i miei alunni, quindi per fini strettamente didattici, invito i visitatori a non postare commenti, non ne autorizzerei la pubblicazione. GRAZIE!
Prof.ssa Angelica Piscitello