
Cardine della poetica decadente è l’idea che la realtà non è qualcosa di conoscibile e di razionalizzabile, bensì qualcosa di sfuggente, ambiguo, misterioso. Per Baudelaire “è un tempio la Natura ove viventi / pilastri a volte confuse parole / mandano fuori; la attraversa l’uomo / tra foreste di simboli dagli occhi / familiari”. Dunque la conoscenza di tale realtà è attingibile solo per via intuitiva e simbolica (nel 1885 sarà fondata la rivista «Le Symboliste», e con il Simbolismo confinerà il Decadentismo), non per via descrittiva e non in modo razionalistico. Il poeta sarà quindi un “veggente” (Rimbaud) e i suoi comportamenti entreranno in diretta polemica con il perbenismo borghese: dal maledettismo del ‘padre’ Baudelaire al dandysmo di Oscar Wilde o all’estetismo di Gabriele D’Annunzio.

- mancanza di fiducia nella ragione e nella scienza: solo l'intuizione e la pura sensibilità possono aiutarci a penetrare nei misteri profondi della vita;
- isolamento rispetto alla società circostante: si perde la fiducia nella possibilità della letteratura di incidere nelle grandi trasformazioni sociali e politiche della nuova epoca;
- esaltazione della propria individualità, del proprio “io”;
- senso di crisi, di morte, di angoscia e di solitudine.
L'esigenza di esprimere queste nuove concezioni determina un profondo cambiamento nelle forme letterarie, specialmente in quelle della poesia. La poesia è per i decadenti la sola possibile intuizione della realtà e il poeta è considerato come "vate", cioè come colui che fra tutti gli uomini è in grado di cogliere il significato nascosto della realtà. Di qui le parole poetiche non hanno peso, diventano musica e i versi, svincolati da ogni regola metrica, diventano rapidi, carichi di significato e di simbologie. In Italia gli autori più rappresentativi del Decadentismo sono i poeti Giovanni Pascoli e Gabriele D'Annunzio. Tuttavia i temi decadenti sono riconoscibili nelle opere di due altre grandi personalità letterarie, gli scrittori Italo Svevo e Luigi Pirandello.
Approfondisci cliccando il link:
ATTIVITA'
Quali sono i principali temi trattati nella letteratura decadente?
Il decadentismo è un termine utilizzato per la prima volta in Francia da un gruppo di autori. In Italia si svilupperà come termine attorno a 2 poeti: D'Annunzio e Pascoli, e 2 pensatori: Svevo e Pirandello. La morte è uno dei temi più presenti oltre al tema dell'amore.
RispondiEliminaI temi trattati nella letteratura decadente sono principalmente: la crisi dell’uomo moderno; la confusione tra l’arte e la vita, che conduce al vivere inimitabile; il senso di solitudine; l’ angoscia esistenziale, che è un'angoscia amara, perché non è sorreta da nessuna fede; il senso del mistero che ci avvolge; la ricerca dell’ignoto...
RispondiEliminaI temi principali trattati nella letteratura decadente sono: la rottura con la tradizione; la donna fatale; la teoria dell’incomunicabilità di Pirandello; la crisi dell'Io; la perlustrazione della realtà, la morte, l’amore...
RispondiEliminaI temi più importanti che vengono trattati nella letteratura decadente sono: l’ammirazione per le epoche di decadenza; la perversione e la crudeltà; Ia malattia; la morte; il vitalismo; il superuomo d’annunziano; il rifiuto aristocratico della normalità; il male di vivere, che porta gli autori a diventare pessimisti; la crisi dell’uomo moderno; l’inettitudine, in cui l’uomo è incapace di ribellarsi alla natura cattiva. Gli scrittori decadenti utilizzano il Simbolismo per comunicare i propri stati d’animo.
RispondiElimina