INTRODUZIONE Ammessa l' impossibilità di conoscere la realtà vera mediante l'esperienza, la ragione, la scienza, il decadente pensa che soltanto la poesia, per il suo carattere di intuizione irrazionale e immediata possa attingere il mistero, esprimere le rivelazioni dell'ignoto. Essa diviene dunque la più alta forma di conoscenza, l'atto vitale più importante; deve cogliere le arcane analogie che legano le cose, scoprire la realtà che si nasconde dietro le loro effimere apparenze, esprimere i presentimenti che affiorano dal fondo dell'anima.
LA POESIA PURA La poesia dell’epoca decadente è concepita come pura illuminazione. Non rappresenta più immagini o sentimenti concreti, rinuncia al racconto, alla proclamazione di ideali; la parola non è usata come elemento del discorso logico, ma per l'impressione intima che suscita, per la sua virtù evocativa e suggestiva. Nasce così la poesia del frammento rapido e illuminante, denso, spesso, di una molteplicità di significati simbolici.
La NUOVA POESIA non si rivolge all'intelletto o al sentimento del lettore, ma alla profondità del suo inconscio, lo invita non a una lettura, ma a una partecipazione vitale immediata. Essa si propone di darci una consapevolezza più profonda del mistero. Da questi principi sono nate molte mode letterarie e anche di costume, a cominciare dal simbolismo (rappresentato, ad esempio, dal Pascoli, espressione più conseguente e radicale della nuova poetica), per continuare con l'estetismo (rappresentato, ad esempio, dal D'Annunzio); difatti il Decadentismo ha aspirazioni aristocratiche, che si esprimono nel gusto estetizzante.
L’ESTETISMO sul piano artistico si traduce nella ricerca di raffinatezza esasperata ed estenuata. L'idea della superiorità assoluta dell'esperienza estetica induce l'artista a tentare di trasformare la vita stessa in opera d'arte, dedicandosi al culto della bellezza in assoluta libertà materiale e spirituale, in polemica contrapposizione con la volgarità del mondo borghese. La svalutazione della moralità e della razionalità, portarono, tra l'altro, ai vari miti del superuomo.
La POESIA SIMBOLISTA è l'espressione letteraria più importante della sensibilità e della cultura del Decadentismo: essa trova il suo precursore in Charles Baudelaire (1821-1867), che verso la metà del secolo XIX, con I fiori del male, segna una svolta radicale nel linguaggio poetico. Al suo magistero si rifanno i francesi Paul Verlaine (1844-1896), Arthur Rimbaud (1854-1891), Stéphane Mallarmé (1842-1898), mentre in Italia Giovanni Pascoli conferisce ai temi e allo stile del Simbolismo dei connotati molto personali.
Al SIMBOLISMO va inoltre riconosciuta un'influenza fondamentale su tutta la poesia europea del Novecento. Secondo i poeti simbolisti, la vera realtà non è quella che appare ai nostri occhi: essa non ubbidisce a regole scientifiche e oggettive e non può quindi essere indagata con il solo uso della ragione. Baudelaire afferma che nel mondo naturale l'uomo si muove attraverso foreste di simboli; che deve cercare di decifrare seguendo l'unica forma di conoscenza possibile: quella intuitiva propria della poesia, che consente di penetrare a fondo nell'essenza più autentica delle cose. Da questa concezione derivano i caratteri fondamentali della poesia simbolista.
CARATTERI FONDAMENTALI DELLA POESIA SIMBOLISTA è la ricerca di una poesia pura, espressione diretta delle emozioni, che non tollera le mediazioni razionali ed è di natura completamente soggettiva. La poesia si identifica spesso con l'essenza più pura della bellezza. L'uso dell'analogia e del simbolo, che consentono di istituire rapporti tra immagini e contenuti che, secondo la logica razionale, appaiono molto lontani tra loro. L'uso di figure retoriche adatte a esprimere tali rapporti analogici: oltre alla metafora e alla similitudine, l'ossimoro, l'onomatopea e, soprattutto, la sinestesia: essa consente di mettere in relazione immagini e parole che rimandano a sfere sensoriali diverse, rivelando le profondità nascoste dietro le apparenze della realtà oggettiva. La ricerca lessicale che tende a privilegiare le parole maggiormente dotate di forza evocativa, sia sul piano del significato, sia su quello del significante: da ciò consegue, da una parte, la difficoltà e una certa voluta ambiguità dei testi simbolisti, dall'altra la loro raffinata musicalità.
CARATTERI DELLA POESIA ERMETICA: la definizione “ermetica”, col passare del tempo ha perduto il suo significato originariamente negativo, allude al carattere volutamente oscuro e difficile di questa lirica, che si rifà all'esperienza del Simbolismo francese e a certi esiti della poesia di Giuseppe Ungaretti e di Eugenio Montale. Tra i più importanti esponenti dell'Ermetismo ricordiamo: Salvatore Quasimodo, Alfonso Gatto, Leonardo Sinisgalli e Mario Luzi. Caratteri principali a) uso prevalente dell’endecasillabo; b) astrazione e rarefazione delle immagini, in senso non concettuale ma “lirico”, in modo da potenziarne il valore evocativo; c) impiego di accostamenti analogici; d) riduzione del lessico a poche parole-chiave; e) soppressione delle determinazioni (per esempio, degli articoli determinativi) in modo da rendere assoluta e allusiva la parola; f) uso di plurali indeterminati al posto del singolare; g) tendenziale riduzione a zero dei nessi grammaticali e sintattici.
Prof.ssa Angelica Piscitello
Nessun commento:
Posta un commento
Poiché ho creato questo BLOG per i miei alunni, quindi per fini strettamente didattici, invito i visitatori a non postare commenti, non ne autorizzerei la pubblicazione. GRAZIE!
Prof.ssa Angelica Piscitello