sabato 6 febbraio 2016

L'INETTITUDINE COME CONDIZIONE APERTA

 
Analisi del testo: LA COSCIENZA DI ZENO di Italo Svevo
 
Nel saggio "L'uomo e la teoria darwiniana" Svevo, esponendo una sua riflessione sulla teoria darwiniana dell'evoluzione naturale, giunge a pensare che il malato è l'uomo vero, "l'uomo più umano che sia stato creato".
L'inetto è un "abbozzo", un essere in divenire, che ha ancora la possibilità di evolversi verso altre forme proprio grazie alla sua mancanza assoluta di uno sviluppo marcato in qualsivoglia senso, mentre gli individui "normali", "sani", che sono già perfettamente compiuti in tutte le loro parti, sono incapaci di evolversi ulteriormente, si sono arrestati nel loro sviluppo e cristallizzati nella loro forma definitiva.
L'inettitudine non appare più, dunque, un marchio d'inferiorità, che condanna ad un'irrimediabile inadattabilità al reale e quindi alla debolezza e alla sconfitta, ma una condizione in qualche modo privilegiata, aperta e disponibile.
L'atteggiamento di Svevo verso l'inetto è un atteggiamento più aperto e problematico, disposto a guardare all'inetto anche con simpatia, ad accettarlo nella sua mescolanza di positivo e negativo.

ATTIVITA'
Rispondi alle domande (max 5 righi) in che modo Zeno Cosini, protagonista-narratore dell'opera "La coscienza di Zeno", dice di essere guarito dall'inettitudine? Da che cosa invece non si può guarire?

1 commento:

  1. La conclusione del romanzo segna una svolta, Zeno si dice di essere guarito dall'inettitudine e lo dichiara con orgoglio al DOTTOR S.. Ad averlo guarito , afferma, non è stato il Dottore con la sua psico-analisi ma il commercio, ovvero l'attività pratica, incarnata nel successo negli affari. Non si può guarire, invece, dalla vita. Questo è il messaggio ultimo de La coscienza di Zeno, che imputa alla vita i sintomi di una malattia incurabile, perché inevitabilmente mortale.

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Prof.ssa Angelica Piscitello