venerdì 19 febbraio 2016

LA SECONDA GUERRA MONDIALE

LA CRONOLOGIA DEGLI EVENTI:
 
 
La causa (di comodo) che portò allo scoppio della  seconda guerra mondiale fu costituita dalla questione di Danzica implicante le più decise rivendicazioni della Germania hitleriana sul «corridoio polacco», ma le vere cause della guerra erano assai più remote e complesse possono essere riassunte nelle seguenti:
 1 - il contrasto franco-tedesco, determinato dalla volontà di rivincita della Germania, che mirava al controllo del Trattato di Versailles e alla conquista del primato militare europeo.
 2 - il contrasto anglo-tedesco, determinato dall'insopprimibile volontà di potenza della Germania, che mirava sempre più apertamente e dichiaratamente alla conquista del primato politico ed economico europeo.
 3 - il contrasto italo-francese, determinato dalle divergenze d'interessi tra i due paesi, soprattutto nell'Africa e dalle rivendicazioni del nazionalismo fascista, che avanzava le più temerarie pretese su Nizza, sulla Savoia e sulla Corsica.
 4 -  il contrasto Italo - inglese, determinato dall'atteggiamento ostile assunto dall'Inghilterra nei nostri confronti al tempo dell'«impresa etiopica», e dalle preoccupazioni che suscitavano in Inghilterra gli aspetti sempre più aggressivi della nostra politica nazionalistica nel Mediterraneo (pressanti rivendicazioni sull'isola di Malta; aspirazioni al controllo del Canale di Suez, ecc.).
  5  - l'espansionismo imperialista del Giappone in Estremo Oriente, sfociato fin dal 1937 in guerra aperta contro la Cina.
 6  - l'avvicinamento italo-tedesco, o, per meglio dire, tra l'Italia fascista e la Germania nazista, determinato dall’affine ideologia, dai sempre più stretti accordi economici e politici, e dalla medesima tendenza all’imperialismo. Quest’avvicinamento tra i due stati aveva trovato la sua attestazione nella firma dell'Asse Roma - Berlino (ottobre 1936), nell'adesione del Mussolini al Patto Anticomintern (novembre 1937), e nella firma del Trattato di alleanza italo-tedesco (il cosiddetto «Patto d'acciaio», maggio 1939).
Tutte queste cause però si possono ridurre a una sola. La più vera e profonda causa della guerra fu, infatti, la brutale aggressività del nuovo imperialismo tedesco. Hitler non aveva esitato a iniziare una vera e propria corsa alla guerra, procedendo inesorabilmente all'annessione dell'Austria (il cosiddetto Anschluss) e alla conseguente conquista e spartizione della Cecoslovacchia. La cosiddetta questione di Danzica e del «corridoio polacco» non fu che l'ultimo atto di una fatale tendenza imperialistica, che doveva portare inevitabilmente alla guerra.
 
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ATTIVITA'
Quali erano le armi  "armi-meraviglia" o "armi-miracolo" dei nazisti?

giovedì 11 febbraio 2016

IL GIORNO DEL RICORDO DELLE VITTIME DELLE FOIBE

Dopo la "Giornata della memoria" del 27 gennaio per le vittime della Shoah, il 10 febbraio in tutta Italia si celebra il "Giorno del ricordo" per non dimenticare i cinquemila italiani massacrati in Istria, Dalmazia e Venezia Giulia tra il 1943 e il 1945.

Uccisi dai partigiani comunisti di Tito solo perché erano italiani: una "pulizia" politica ed etnica in piena regola, mascherata come azione di guerra o vendetta contro i fascisti.

In realtà nelle cavità carsiche chiamate foibe vennero gettati ancora vivi, l'uno legato all'altro col fil di ferro, uomini, donne, anziani e bambini che in quel periodo di grande confusione bellica si erano ritrovati in balìa dei partigiani comunisti jugoslavi.

 Il "Giorno del ricordo" non è solo dedicato alle vittime delle foibe, ma anche alla grande tragedia dei profughi giuliani: 350 mila costretti all'esodo, a lasciare case e ogni bene per fuggire con ogni mezzo in Italia dove furono malamente accolti.

In gran parte finirono nei campi profughi e ci rimasero per anni. Uno di questi campi fu organizzato anche a Fertilia. Per mezzo secolo sulle stragi delle foibe e sull'esodo dei giuliani si è steso un pesante silenzio.
 

sabato 6 febbraio 2016

L'INETTITUDINE COME CONDIZIONE APERTA

 
Analisi del testo: LA COSCIENZA DI ZENO di Italo Svevo
 
Nel saggio "L'uomo e la teoria darwiniana" Svevo, esponendo una sua riflessione sulla teoria darwiniana dell'evoluzione naturale, giunge a pensare che il malato è l'uomo vero, "l'uomo più umano che sia stato creato".
L'inetto è un "abbozzo", un essere in divenire, che ha ancora la possibilità di evolversi verso altre forme proprio grazie alla sua mancanza assoluta di uno sviluppo marcato in qualsivoglia senso, mentre gli individui "normali", "sani", che sono già perfettamente compiuti in tutte le loro parti, sono incapaci di evolversi ulteriormente, si sono arrestati nel loro sviluppo e cristallizzati nella loro forma definitiva.
L'inettitudine non appare più, dunque, un marchio d'inferiorità, che condanna ad un'irrimediabile inadattabilità al reale e quindi alla debolezza e alla sconfitta, ma una condizione in qualche modo privilegiata, aperta e disponibile.
L'atteggiamento di Svevo verso l'inetto è un atteggiamento più aperto e problematico, disposto a guardare all'inetto anche con simpatia, ad accettarlo nella sua mescolanza di positivo e negativo.

ATTIVITA'
Rispondi alle domande (max 5 righi) in che modo Zeno Cosini, protagonista-narratore dell'opera "La coscienza di Zeno", dice di essere guarito dall'inettitudine? Da che cosa invece non si può guarire?